Probabilmente la prima opera importante dell’Architetto Jacopo Barozzi da Vignola fu la residenza del cardinale Alessandro II Farnese. La costruzione risale al 1560, il restauro eseguito pochi anni fa è stato eseguito con sobrietà così da lasciare avvertire al visitatore il tempo passato. Il progetto iniziale doveva essere una residenza fortificata dandone una forma pentagonale, poi trasformata in palazzo rinascimentale. I bastioni d’angolo diventarono ampie terrazze, il centro, un cortile circolare su due piani. Le due scalinate di accesso lo integrano armoniosamente nel paesaggio in cui è inserito, la strada di accesso dal paese era voluta per collegare l’edificio alla cittadina esaltandone la posizione dominante sull’abitato.
Gli ambienti della villa erano suddivisi in zona estiva, a ovest , dove non batteva il sole e più fresca e una zona invernale situata a est riscaldata dal calore del sole. Le zone della servitù erano separate da quelle del cardinale, addirittura alcune vennero ricavate nello spessore dei muri. Una particolarità è la sala del cartoccio, dove possiamo trovare una rampa di forma elicoidale della quale si sfruttava il corrimano per far scendere messaggi riservati ai piani inferiori per mezzo di un cartoccio con all’interno sabbia e sassolini.
All’interno della villa possiamo vedere affreschi ispirati dal letterato Annibal Caro e realizzati inizialmente da Taddeo Zuccari, alla sua morte fu sostituito dal fratello, da Onofrio Panvinio e Fulvio Orsini. I giardini della dimora sono un esempio di giardini tardo rinascimentale. Al loro interno si possono ammirare fontane e bacini adornati da imponenti statue, aiuole simmetriche di bosso, statue di divinità che adornano il giardino. In questo luogo Pietra, acqua e vegetazione trovano un’armonia.