Villa d’Este

Villa d’Este fa parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Il Cardinale Ippolito d’Este, per rinfrancarsi il morale dopo la mancata elezione al pontificato, si adoperò per restaurare il proprio palazzo.
Il restauro cominciò nel 1550, dapprima progettato dall’Architetto – Pittore – Archeologo Pirro Ligorio e successivamente realizzato dall’Architetto Alberto Galvani.
Il giardino della Villa è di impressionante bellezza architettonica. suddiviso in tre parti: una inferiore, una piana e due terrazzate che salgono verso la villa. Si basa sulla forma geometrica del quadrato che viene richiamato su molti particolari.
Uno dei problemi che Galviani dovette affrontare fu l’abbattimento di parte della città di Tivoli per lasciare un area sufficiente all’impianto, inoltre parte del giardino dovette essere sottomurato perché il tratto di monte sul quale andava realizzato correva in direzione nord-ovest.
L’entrata del giardino non era dall’alto ma attraverso un portale inferiore accolti da due fontane queste erano preludio ad un giardino che voleva esprimere l’atteggiamento e la mentalità del proprietario il quale si sentiva e voleva essere visto come un gran signore rinascimentale.
In questo giardino si possono ammirare varie fontane monumentali: il famoso Organo Idraulico, un opera d’arte sia visiva che meccanico-idraulica; la fontana degli Uccelli e delle Civette; la Fontana del Drago; il viale delle Cento Fontane, 150 metri di figure diverse unite dall’elemento acquatico; Fontana dell’Ovato; Fontana della Rometta, copia in miniatura dell’antica Roma.
L’interno del palazzo fu decorato da varie figure del manierismo romano : Livio Agresti, Federico Zuccari, Durante Alberti, Girolamo Muziano, Cesare Nebbia e Antonio Tempesta; alla morte del cardinale però il palazzo non era ancora completamente terminato.
Nel 1605 il cardinale Alessandro d’Este eseguì delle opere di restauro e diede opera anche ad alcune modifiche all’assetto del giardino e alla decorazione delle fontane.
Nel 1660 -70 anche il Bernini fu coinvolto in alcuni lavori in questa meravigliosa villa che però, qualche secolo dopo, nel XVIII iniziò la sua decadenza per la mancata manutenzione e abbandono, situazione che proseguì fino al XIX secolo quando il cardinale Gustav von Hokelohe ottenne la villa in enfiteusi dai duchi di Modena. Nel 1851 il cardinale avviò i lavori per riportare la villa agli antichi fasti.
Nel 1920-1930 la villa, dopo essere diventata proprietà dello stato, venne interamente restaurata e aperta al pubblico, nuovamente restaurata a seguito dei bombardamenti del 1944 i lavori di restauro non sono mai terminati fino all’ultimo ventennio.

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