Il Palazzo Ducale, uno dei simboli della città di Venezia e capolavoro delgotico veneziano, sorge nell'area monumentale di Piazza San Marco, tra laPiazzetta e il Molo. Antica sede del Doge e delle magistrature veneziane, ne ha seguito la storia, dagli albori sino alla caduta, ed è oggi sede delMuseo Civico di Palazzo Ducale e fa parte della Fondazione Musei Civici di Venezia (MUVE). STORIA: L'edificazione del palazzo iniziò presumibilmente nel IX secolo, a seguito del trasferimento della sede ducale da Malamoccoall'odierna Venezia, definitivamente sancito nell'812 durante ildogado di Angelo Partecipazio. Il palazzo era soprattutto la "casa" fortificata di un doge alle cui ambizioni personali la comunità poteva rispondere, spesso, soltanto con la violenza: nel 976 una rivolta demolì il castello, la basilica e buona parte del quartiere circostante. Seguì la ricostruzione avviata da Pietro I Orseolo, un nucleo fortificato costituito da un corpo centrale e da torri angolari, circondato dall'acqua, le cui tracce ancora si intuiscono nell'assetto del piano loggiato. Il complesso subì una prima grande ristrutturazione, che trasformò la fortezza originaria in un elegante palazzo privo di fortificazioni, nelXII secolo durante il dogado Sebastiano Ziani. Un nuovo ampliamento fu realizzato tra la fine del ‘200 e i primi del 300, per servire le nuove esigenze dello stato repubblicano seguite alla Serrata del Maggior Consiglio, la cui sala venne ampliata. Nel 1310 venne represso un tentativo di assalto al palazzo nel corso di una congiura guidata da Bajamonte Tiepolo.A partire dal 1340, sotto il dogado di Bartolomeo Gradenigo, il palazzo cominciò una radicale trasformazione verso la forma attuale. Nel 1404 venne terminata la facciata sul molo, nel 1423, vennero avviati i lavori sul lato verso la piazzetta e la basilica, nel 1439 iniziarono anche i lavori per la Porta della Carta. Dopo il grande incendio del 1483 venne riedificata la parte interna, cioè quella sul lato del rio di Palazzo che termina con il Ponte della Paglia, i cui lavori che proseguirono sino al 1492 e la costruzione della Scala dei Giganti. L’11 maggio 1574 un incendio distrusse alcune sale di rappresentanza al piano nobile. Decisa immediatamente la ricostruzione, la direzione tecnica ed esecutiva venne affidata al "proto" Antonio da Ponte, affiancato da Andrea Palladio eGianantonio Rusconi.[2] Pur risultando difficile l’individuazione di interventi progettuali riconducibili alla mano di Palladio, gli studiosi hanno ugualmente tentato di riconoscerne la matrice nelle porte interne, in particolare quella che dalla Sala dell’Anticollegio conduce alla Sala delle Quattro Porte e quelle presenti in quest’ultima, e nei camini delle sale del Collegio e dell’Anticollegio. La presenza di Palladio a Palazzo Ducale è documentata pure tra il 1577 e il 1578, per il restauro dell’edificio danneggiato da un secondo grave incendio (20 dicembre 1577) in cui andarono perduti importanti cicli pittorici. Anche in questo caso, le ipotesi di una sua proposta concreta lasciano dubbi tra la critica.[2] Tra il 1575 e il 1580 Tiziano e Veronese vennero a loro volta chiamati a decorare gli interni del palazzo e la loro opera finì per inserirsi nella ricostruzione delle sale dell'ala meridionale seguita all'incendio del 20 dicembre 1577. All'inizio del XVII secolo furono aggiunte le cosiddette Prigioni Nuove, al di là del rio, ad opera dell'architetto Antonio Contin. Questo nuovo corpo di fabbrica, sede dei Signori della Notte, magistrati incaricati di prevenire e reprimere reati penali, viene collegato al Palazzo tramite il Ponte dei Sospiri, percorso dai condannati tradotti dal Palazzo, sede dei tribunali, alle prigioni. Dopo la caduta della Repubblica di Venezia, la cui fine fu decretata nella seduta del Maggior Consiglio del 12 maggio 1797, il Palazzo non venne più utilizzato come sede del principe e delle magistrature, ma fu adibito a sede di uffici amministrativi degliimperi napoleonico e asburgico. Le prigioni, denominate Piombi, conservarono la loro funzione e furono oggetto degli scritti diSilvio Pellico. Con l'annessione di Venezia al Regno d'Italia il Palazzo subì cospicui restauri e nel 1923 venne destinato amuseo, quale è tuttora.(fonte Wikipedia
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