Mausoleo di Ummidia Quadratilla

Il Mausoleo di Ummidia Quadratilla sorge sulle pendici sud orientali di Montecassino, incorporata nelle mura di quella che fu la città di Casinum. Nei secoli passati veniva erroneamente definita di origine etrusca. Edificata con grandi blocchi squadrati e perfettamente connessi senza malta, tenuti insieme solo da graffe di piombo all’interno, ha resistito all’usura del tempo, ai terremoti e, per ultimo, alla furia della guerra, senza subire sostanziali danni. Si fa risalire la sua costruzione tra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C.. Coloro che se ne sono occupati lo hanno definito a volte “tempio” e a volte “tomba”. Molti studiosi attribuiscono il mausoleo alla benefattrice cassinate Ummidia Quadratilla, figlia del console Ummidio Durmio Quadrato; tale convinzione deriva dal ritrovamento, avvenuto nel 1757, di un’iscrizione nel vicino anfiteatro; il tempio, cui si fa cenno nell’iscrizione, è stato identificato come mausoleo. È lecito, però, avanzare dubbi su tale identificazione, sia per la probabile destinazione dell’edificio a sepolcro, sia per la testimonianza del cronista cassinese Leone Ostiense (XI-XII secolo), che riferisce di un “templum idolorum in Castro Casino” trasformato, nell’VIII secolo, nella chiesa in onore di S. Pietro, posta in prossimità della chiesa di S. Nicola: quest’ultima non era altro che il mausoleo riadattato al culto cristiano nell’XI secolo. L’abate Giovanni III, che governò dal 997 al 1010, fece costruire, infatti, sul monumento una chiesa con affreschi in stile benedettino dedicata a San Nicola, che però fu abbandonata nel Medioevo fino a quando, verso la fine del 1600, l’abate Andrea IV riabilitò la chiesa al culto del Crocifisso, arricchendola di motivi e decorazioni barocche. In seguito ai bombardamenti dell’ultima guerra, dell’antica chiesa si è salvato ben poco: alcuni importanti affreschi sono stati recuperati e conservati in Montecassino; oggi resta solo il Mausoleo, ripulito dei resti delle costruzioni posticce. All’esterno, tuttavia, sono ancora visibili alcuni resti murari della chiesa del Crocifisso ed una parte della scala a chiocciola del campanile. La pianta a croce greca, con bracci simmetrici, ad arco piuttosto ribassato e volta perfettamente circolare, senza finestre salvo quattro feritoie in corrispondenza dei bracci, fanno escludere la tesi del tempio, facendo invece propendere per una cripta o tomba gentilizia: lo confermerebbero analoghi esempi di tombe romane e soprattutto la struttura a cripta sotterranea senza finestre (“dromos”): sorgeva, infatti, al di sotto del livello stradale ed era accessibile solo dall’esterno delle mura della città.

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