L’itinerario costiero delle torri trapanesi, è un percorso paesaggistico, costiero, da intraprendere come una avventura, un tour fotografico alla ricerca di scorci, autentici, tra monumenti al lavoro e alla forza.
Se cerchi le tonnare abbandonate, sebbene tu non possa sentire più la vita ed il suono del lavoro di intere generazioni, potrai ascoltare il fruscio del vento ad accompagnare il tuo sguardo curioso, tra suggestivi lembi di vecchie mura, tra giochi d’ombra e vecchie tecniche industriali, alla scoperta di corrosi attrezzi d’un tempo. Mentre, nelle poche tonnare ancora stanti, oggi trasformate in stabilimenti produttivi o alberghi, potrai ricercarne l’antica forma.
Le tanti Torri antiche invece segneranno il cammino, perché ricorda, ce ne sarà sempre una, che, ovunque ti trovi, ti osserverà da lontano. Monumenti alla forza, torri di comunicazione, di allarme, difesa, sentono oggi la fatica del tempo: medievali o seicentesche, sono poste quasi sempre in punti scoscesi, o persino inarrivabili: al termine di promontori di roccia, alte, altissime su creste impervie.
Quelle che oggi puoi raggiungere, sono spesso ruderi, senza tempo e senza futuro, abbandonate dall’incuria dell’uomo, da una società distratta, ma sublimi allo sguardo, immerse nei blu del mare, nei grigi delle rocce, nei marroni dei suoli e nei verdi e nei colori di una natura ancora amica.
LE TORRI TRAPANESI
La città fu sempre protetta da una robusta cinta di mura che nel corso dei secoli subì molti cambiamenti lungo la via XXX Gennaio, si estendeva un promontorio che successivamente, nel XIII sec., venne colmato per la costruzione di due grandi arterie, la Rua Nova (attuale via Garibaldi) a nord e la Rua Grande o Magna (attuale corso Vittorio Emanuele) ad Ovest. la quale segnava il confine con la campagna, divisa da un fossato e da un canale navigabile che collegava i due mari, quello di tramontana e quello di mezzogiorno.
La difesa della città era poi affidata alle cinque torri sentinelle della città, che furono realizzate durante la colonizzazione fenicia, rappresentate anche nello stemma del Comune.
Il significato simbolico, richiamato nello stemma, è evidente: la città sorge dal mare, vive e progredisce grazie al mare da cui trae in ogni tempo prosperità e ricchezza.
Le cinque torri erano:
Torre del Castello di Terra
Torre Peliade (Castello di Mare o Colombaia)
Torre Pali
Torre Vecchia
LA TORRE DEL CASTELLO DI TERRA
Conosciuta anche con il nome di Torre Oscura, la Torre del Castello di Terra, di origine punica, era situata a Piazza Vittorio Veneto, dove ora sorge il palazzo della Questura, dietro il quale possiamo ancora oggi ammirarne i resti lungo il litorale Dante Alighieri.
La torre fu ristrutturata nel XIV sec, e dopo numerosi cambiamenti nell’800 assunse le sembianze di una caserma borbonica, infine fu abbattuta per dare spazio alla nuova costruzione della Questura.
LA TORRE PELIADE (Castello di Mare o Colombaia)

Secondo la tradizione orale, a noi pervenuta tramite il Pugnatore, l’altra guardiana della città era la Torre Peliade, detta anche Colombaia, opposta al Castello di Terra, che sorse sul piccolo isolotto omonimo. Egli, sosteneva che, essendo la città a forma quadrangolare, in ciascun angolo ci doveva essere una torre, mentre la quinta – secondo lui sarebbe stata la Colombaia -. Ipotesi ampiamente condivisibile poiché sembra evidente che nella torre più alta raffigurata nello stemma si debba riconoscere il Castello di Mare (comunemente chiamato Colombaia) che, in quanto esterna alla città, si distingueva dalle altre quattro torri, facenti parte della cinta muraria.
Voluta da Amilcare Barca, Generale cartaginese, costruita nel 480 a.C., essa servì da faro per indicare alle navi puniche la rotta verso il porto della città offrendo al contempo un sicuro rifugio alla guarnigione nel caso di incursioni da parte dei feroci pirati tirreni.
Ristrutturata nel periodo aragonese dopo il 1534, subì molti cambiamenti, messi in atto da Carlo V e Filippo II. La struttura è tipicamente gotica come la strutture militari del XIV sec.
Nel 1670 secondo il volere del principe di Ligny il Castello subì un consolidamento ad opera del De Grunemberg.Fino agli anni 60′ il Castello fu adoperato come carcere.
La terza Torre non più esistente è la Torre Pali, ora distrutta, posta a sud-est , nella via omonima del rione S. Pietro, cosi chiamata per dei pali conficcati nel terreno accanto di essa, utilizzati dai marinai per tirare in secco le barche;
L’individuazione delle altre due torri è più incerta. Probabilmente erano collocate agli angoli delle mura oppure nelle immediate vicinanze.
Ai tempi della conquista normanna l’angolo di nord-ovest si trovava, ai limiti dell’antica cerchia di mura, approssimativamente, dove ora sorge il palazzo dell’intendenza di Finanza (ex monastero della Badia Nuova). Questo monastero, prima del suo ampliamento verso sud, terminava con un robuste e imponente torrioni, all’inizio dell’attuale via delle Arti.(Torre Vecchia)
LA TORRE PALI

Per quanto riguarda la quinta torre, non vi è una ipotesi certa. Potrebbe trattarsi di quella dell’ orologio o di Porta Scura (modesto manufatto risalente agli inizi del XVI secolo, o individuarsi nell’attuale Palazzo Senatorio nel suo nucleo architettonico originale.
Infatti il grande spessore delle mura, la pianta quadrata e l’alta volta a botte sono tutte caratteristiche proprie di una forte torre di difesa. Le esigue fonti storiche oggi disponibili non consentono di andare oltre.
ALTRE TORRI TRAPANESI

Nel 1671 fu fatta edificare la sesta torre detta Torre di Ligny voluta dal vicerè Claudio Moraldo principe di Ligny come punto di osservazione contro le invasione dei turchi. La torre, che irrobustì la fortificazione aveva infatti, il compito di avvistare la imbarcazioni nemiche.
L’edificio non aveva una porta di ingresso ma presentava un’apertura corrispondente alla grande finestra del piano superiore, alla quale si accedeva tramite uno scivolo, come si può osservare in alcune stampe del periodo compreso tra il 1750 ed il 1800.
Venne utilizzata in seguito come torre semaforica per le navi, e durante la seconda guerra mondiale , come contraerea.
Caduta in stato di abbandono le torre venne restaurata nel 1979 e diventò sede del Museo della Preistoria. Contiene al suo interno, non solo reperti storici provenienti dalla provincia di Trapani, ma anche dal Sud Africa, dalla Tunisia e dall’Algeria. I numerosissimi reperti esposti nelle bacheche ricostruiscono l’evoluzione dell’uomo. Si possono osservare infatti i calchi dei teschi dei primi ominidi, tra cui l’uomo di Neanderthal e Homo sapiens. Tra gli utensili esposti nel Museo ritroviamo i chopping e i chopping tool, sassi scheggiati da un lato i primi e da ambo i lati i secondi. Molto interessanti anche alcuni resti di animali che anticamente popolavano la zona : cervi, cinghiali, leoni, orsi, ippopotami ed elefanti nani. Un reperto di notevole interesse archeologico è un elmo ritrovato nelle acque antistanti la torre.Nel pezzo, unico al mondo, è ancora possibile vedere le attaccature per le corregge di cuoio e i motivi ornamentali ad arco attorno alla punta e alla base