La concattedrale di Santa Maria Assunta di Gerace è una delle più importanti costruzioni normanne della Calabria, oltre che uno degli edifici religiosi più grandi della regione; è stata dichiarata “bene architettonico” di interesse nazionale. STORIA: La storia della chiesa è un susseguirsi di danneggiamenti e crolli, che culminano con il terremoto del 1783 e il conseguente abbandono, a cui seguono accurati lavori di restauro e periodi di rinascita. I lavori di costruzione dell’edificio ebbero inizio in tardo periodo bizantino e terminarono in epoca normanna, come appare dal transetto sporgente e dalla disposizione delle absidi, rispecchiante modi bizantini. Tradizionalmente la chiesa fu consacrata al culto nel 1045 (data riportata su due targhe affisse all’interno della chiesa, secondo quanto si legge nel Bollario del vescovo Ottaviano Pasqua di fine sec. XVI). In epoca sveva, nell’anno 1222, si ebbe una seconda consacrazione, molto probabilmente alla presenza dell’imperatore Federico II di Svevia, che si trovava di passaggio a Gerace. ARCHITETTURA: Dall’esterno, in stile romanico, l’edificio religioso appare come una fortificazione a causa dell’imponente parete in pietra calcarea dalla quale sporgono due delle tre absidi di forma semicilindrica. Sull’abside centrale si apre un portale ligneo del XIX secolo ad archi concentrici, sormontato da una finestra. Quella sinistra, di diametro inferiore, presenta invece una lunga feritoia. Sovrastano le absidi due finestre circolari a strombo. Il grande campanile neoclassico è a sezione quadrata, incompiuto. L’interno della chiesa si presenta come un grande ambiente basilicale, con ampio transetto sporgente e un coro quasi quadrato che completa la figura della croce latina. Le tre grandi navate, che costituiscono il braccio più lungo della croce, sono separate da due file di dieci colonne, scanalate o lisce, in marmo policromo e granito, tutte diverse tra loro per qualità e dimensioni. Le due file di colonne sono separate in gruppi da cinque da un grande pilastro di irrigidimento, che originariamente delimitava la posizione delle balaustre di chiusura della schola cantorum. Sopra le possenti arcate a tutto sesto, le tonalità scure del soffitto a capriate in legno spiccano per contrasto rispetto alle pareti bianche. L’altare maggiore, in stile barocco, è stato realizzato con marmi policromi. All’interno della cattedrale si trovano anche alcuni monumenti funerari e la cappella gotica del SS. Sacramento del 1431, nonchè numerosi arredi sacri, in parte custoditi nella suggestiva cripta bizantina, cui si accede dal braccio sinistro del transetto (o direttamente dalla Piazza Tribona). Merita un’attenzione particolare anche il rilievo raffigurante l’Incredulità di san Tommaso, risalente al 1547. L’influenza bizantina è evidente nella zona del transetto, sporgente rispetto alle navate laterali. Il capocroce è coperto da una cupola a prisma. Delle tre absidi, solo il corpo nord è originario, le altre due sono ricostruzioni del XV secolo, operate dopo un rovinoso terremoto. La chiesa (Cattedrale dal 1100) è il prototipo delle chiese normanne di Sicilia. La cripta si presenta con pianta a croce greca e absidiole ricavate nello spessore del muro affiancante l’abside centrale. Ventisei colonne sorreggono la volta del nucleo più antico della cattedrale, scavato nella roccia nell’VIII secolo. La cripta ospita: la cappella della Madonna dell’Itria, piccolo ambiente ricavato nel 1261 da una chiesa rupestre, con volta a botte e decorazioni in marmo e pavimentata con maioliche geracesi del XVII secolo; l’altare con la trecentesca statua della Vergine col Bambino che gioca con una colonna; la cappella di San Giuseppe con il museo diocesano del tesoro della cattedrale.
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