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Castello del Catajo

Il castello del Catajo fu costruito a partire dal XVI secolo per volere di Pio Enea I Obizzi presso Battaglia Terme (Padova). Ampliato dalla stessa famiglia nel ‘600 e ‘700, venne in seguito trasformato in reggia ducale dalla famiglia Asburgo-Este in esilio da Modena, e infine eletto residenza di villeggiatura imperiale degli Asburgo imperatori d’Austria. Il castello è ancora oggi di proprietà privata e aperto al pubblico con funzione museale.
L’edificio venne costruito in soli tre anni tra il 1570 e il 1573 (la parte alta si deve invece ad un’aggiunta del XIX secolo). L’origine del nome è andata perduta: si ritiene che non derivi da Catai (nome con cui veniva indicata la Cina nel Medioevo), ma piuttosto che faccia riferimento ad una “Ca’ Tajo”, cioè “tenuta del taglio”, con possibile riferimento allo scavo del Canale di Battaglia che tagliò a metà molti appezzamenti agricoli.
L’edificio sta a metà tra il castello militare e la villa principesca, indubbiamente per volere stesso del committente. All’inizio erano previste pitture solo nei muri esterni (ora scomparse) ma nel 1571 Obizzi chiamò Giovanni Battista Zelotti, collaboratore di Paolo Veronese, ad affrescare i muri interni con le gesta della sua famiglia.
Dal portale d’ingresso si accede al “Cortile dei Giganti”, che fu spesso utilizzato per rappresentazioni teatrali e tornei, anche di tipo acquatico, poiché la parte bassa poteva essere riempita d’acqua. Tra le fontane, di fronte all’ingresso si nota la “fontana dell’Elefante”, nella quale si mescolano reminiscenze mitologiche (Bacco) e gusto per l’esotico. Da qui iniziano le scale esterne, costruite in modo che vi si potesse salire a cavallo. La scala interna mostra l’appoggio della costruzione sulla viva roccia del colle.
Al piano nobile, si entra nel grande salone affrescato, al fondo del quale spicca l’albero genealogico della famiglia Obizzi. Alle pareti sono dipinte varie battaglie, terrestri e navali: sono illustrate le crociate, cui parteciparono i membri della famiglia, accompagnate da didascalie in italiano e in latino. Sul soffitto sono rappresentate le tre forme di governo: “La Democrazia” (Roma), “L’Aristocrazia” (Venezia), “La Monarchia” (La Religione Cattolica). Sullo stesso piano sono presenti altre cinque stanze affrescate, ancora con raffigurazioni delle vicende e delle gesta della famiglia.
Dal grande salone si può accedere alle terrazze, da cui si gode di uno splendido panorama sui Colli Euganei, sui vari giardini di cui è ricco il complesso e sul parco: in esso si notano la peschiera e numerose piante secolari di sequoia e magnolia, che sono le prime importate in Europa dall’America.

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