Santa Maria della Salute (o chiesa della Salute o semplicemente La Salute) è una basilica di Venezia eretta nell'area della Punta della Dogana, da dove risalta nel panorama del Bacino di San Marco e del Canal Grande. Progettata da Baldassare Longhena con attenzione ai modelli del Palladio, è una delle migliori espressioni dell’architettura barocca veneziana. La sua costruzione rappresenta un ex voto alla Madonna da parte dei veneziani per la liberazione dalla peste che tra il 1630 e il 1631 decimò la popolazione, come era avvenuto in precedenza per le chiese del Redentore e di San Rocco. Questo è così radicato a Venezia che è stato necessario inserire la Vergine Maria nell'elenco dei Santi Patroni della Città di Venezia. STORIA: La peste fu portata da un ambasciatore del duca di Mantova Carlo I Gonzaga Nevers, che venne internato nel Lazzaretto Vecchio, ma gli bastò entrare in contatto con un falegname per infettare la città, a partire da Campo San Lio.. Il 22 ottobre 1630 il voto del patriarca Giovanni Tiepolo: «voto solenne di erigere in questa Città e dedicar una Chiesa alla Vergine Santissima, intitolandola SANTA MARIA DELLA SALUTE, et ch'ogni anno nel giorno che questa Città sarà pubblicata libera dal presente male, Sua Serenità et li Successori Suoi anderanno solennemente col Senato a visitar la medesima Chiesa a perpetua memoria della Pubblica gratitudine di tanto beneficio»[senza fonte]. Il 26 ottobre in Piazza San Marco il Doge Nicolò Contarini, il clero e il popolo si riunirono a pregare. Quando la peste finì morirono 80.000 veneziani, e 600.000 nel territorio della Serenissima, da Brescia a Trieste, dal Polesine a Belluno[senza fonte]. Fra i morti, il doge e il patriarca. Fotografia dal Campanile di San Marco: in primo piano la Punta della Dogana e la Salute; sullo sfondo l'isola della Giudecca con la Chiesa del Redentore di Andrea Palladio. Per fare spazio alla nuova chiesa si scelse di demolire un soppresso complesso religioso (la Chiesa della Santissima Trinità con convento e scuola) adiacente alla Punta da Màr, la dogana di Venezia. Per poter erigere in quel posto la Basilica vi vollero ben 1.156.650 pali[2] conficcati nel terreno ed una vasta bonifica del suolo. La quantità dei pali indicata è assolutamente esagerata e viene espressa da Giustiniano Martinioni nel 1663 nelle sue aggiunte alle pubblicazioni del Sansovino senza indicarne la fonte. Infatti nal 1631 il Longhena per il consolidamento del terreno previde la superficie di 522 passi quadri cioè di 1576 con indicata la lunghezza il diametro e l'essenza dei tolpi (pali). Dunque ipotizzando un diametro dei pali di 25 cm, non è possibile infiggere più di 16 pali per metro quadrato, cioè una quantità ben diversa da quella indicata dal Martinioni. Anche estendendo la superficie a tutto la scoperta si ritiene adeguata la stima di circa 100.000 pali utilizzati. Già il 28 novembre 1631 si svolse il primo pellegrinaggio di ringraziamento. La costruzione fu affidata dopo un concorso a Baldassare Longhena, che aveva progettato una chiesa «in forma di corona per esser dedicata a essa Vergine», e venne finita quando il patriarca Alvise Sagredo il 9 novembre 1687 la benedisse. Ogni 21 novembre dell'anno si festeggia la Festa della Madonna della Salute in cui i veneziani attraversano un ponte, per secoli fatto di barche, ora galleggiante fissato su pali, che va da San Marco alla basilica e vi si recano a pregare. Insieme alla Festa del Redentore, è ancora oggi una delle feste popolari più amate e partecipate dai veneziani. In tale occasione, tradizionalmente, i veneziani consumano la "castradina", un piatto a base di montone. DESCRIZIONA(ESTERNO): Il corpo centrale è a forma ottagonale su cui poggia una grande cupola emisferica, circondato poi da sei cappelle minori. Le raffinate volute a spirale stabilizzate da statue fungono da contrafforti per la cupola, sulla cui lanterna si innalza la statua della Vergine. I campanili e la cupola minore della Salute dominano il Rio Terà dei Catecumeni. La chiesa si prolunga verso sud nel volume minore del presbiterio con absidi laterali, coperto a sua volta da una cupola più bassa e affiancato da due campanili: questi elementi appaiono imponenti a chi percorre il Rio Terà dei Catecumeni, che fino all’inizio del XX secolo era l’unico accesso da terra alla chiesa. Longhena creò in questo modo, riprendendo soluzioni del Palladio, prospetti diversi a seconda che si osservasse il tempio dal Canal Grande, dal sottostante Campo della Salute, dal Bacino di San Marco, dal Canale della Giudecca o dal Rio Terà. (INTERNO) Lo spazioso interno, centralizzato, è ampiamente illuminato dalle finestre termali delle sei cappelle laterali e dai finestroni del tamburo della cupola. La luce dà risalto alla pavimentazione in tessere di marmi policromi. Il presbiterio e l'altare maggiore disegnato dal Longhena stesso dominano su tutto. Il gruppo scultoreo sull'altare rappresenta una Madonna con bimbo, a rappresentare la Salute che difende Venezia dalla peste. È opera di uno scultore fiammingo molto attivo a Venezia, il cui nome viene solitamente reso in Giusto Le Court o Jouste de Corte nato aYpres nel 1627 e morto a Venezia nel 1679. L'altare custodisce un’icona bizantina, la Madonna della Salute o Mesopanditi ssa, che proviene dall'Isola di Creta e fu portata aVenezia da Francesco Morosini nel 1670 quando dovettero cedere l'isola ai Turchi. Nelle cappelle laterali si trovano la tela Discesa dello Spirito Santo di Tiziano (1555) e l'altare dell'Assunta con la pala di Luca Giordano, la statua di San Girolamo Miani di Giovanni Maria Morlaiter e altre opere scultoree di Tommaso Rues. La cupola è arredata con statue lignee rappresentanti i profeti, recentemente attribuite allo scultore Tomaso Rues.(fonte Wikipedia)
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