Basilica di San Siro – Genova

La Basilica di San Siro, una delle più antiche chiese cattoliche di Genova, è un edificio religioso situato nell’omonima via, nel quartiere della Maddalena. Eretta secondo la tradizione nel IV secolo, fu inizialmente intitolata ai Dodici Apostoli; vi fu seppellito il santo vescovo Siro e divenne la prima cattedrale di Genova.

Storia

Situata fuori della primitiva cinta muraria di epoca carolingia, in quello che oggi è il cuore del centro storico, la basilica è stata la prima cattedrale della diocesi di Genova. L’attuale chiesa fu eretta sul sito di un antichissimo luogo di culto, intitolato ai Dodici Apostoli, che secondo la tradizione sarebbe stato costruito nel IV secolo (ma più probabilmente nel VI secolo). La chiesa venne poi dedicata a San Siro, uno dei primi vescovi di Genova, vissuto nel IV secolo, e per alcuni secoli ebbe la funzione di cattedrale della diocesi di Genova.
Nel X secolo la sede vescovile fu trasferita alla nuova cattedrale di San Lorenzo, dove sarebbero state in seguito traslate anche le reliquie di San Siro. Secondo altri storici, il trasferimento della sede vescovile sarebbe invece avvenuto all’inizio dell’XI secolo, forse dopo un periodo in cui le due chiese avevano condiviso la cattedralità. Sul trasferimento della cattedrale ebbe un peso decisivo il fatto che la chiesa di San Siro era esclusa dalla cerchia muraria medievale e quindi più esposta alle incursioni saracene, che in particolare nel IX e X secolo avevano colpito duramente la città.
Nel 1006 (o nel 1007) il vescovo Giovanni II la elevò ad abbazia, assegnandola ai Benedettini che grazie alle donazioni tra l’XI e il XII secolo fecero costruire una grande basilica romanica a tre navate, in luogo della chiesa originaria, e dettero un grande impulso all’urbanizzazione dell’area circostante, il cosiddetto “Burgus”. La basilica fu solennemente consacrata il 9 agosto 1237 dall’arcivescovo Ottone II; i Benedettini vi rimasero fino al 1398, quando, sotto il pontificato di Bonifacio IX, dopo un periodo di declino protrattosi per tutto il XIV secolo la chiesa venne data in commenda. Due secoli dopo, con il definitivo abbandono degli ultimi benedettini, un breve di papa Gregorio XIII affidò la chiesa ai Padri Teatini, presenti a Genova dal 1572 nella vicina chiesa della Maddalena.
Nel 1580 l’intera ala meridionale della chiesa fu distrutta da un incendio e i Padri Teatini ne decisero la totale ricostruzione. La paternità del progetto del nuovo edificio barocco, strutturato secondo le forme previste dalla Controriforma, è incerta: dagli storici è alternativamente attribuito al Vannone, al padre teatino Andrea Riccio o a Daniele Casella. Accanto alla chiesa furono realizzati anche il convento e il chiostro. I lavori, iniziati nel 1584, si protrassero fino al 1619, quando fu completata la cupola, ma già nel 1610 vi si celebrò la prima messa solenne, mentre nel 1613 vennero completate le principali strutture murarie; le decorazioni interne furono realizzate nel corso di tutto il XVII secolo mentre la facciata principale, in stile neoclassico, sarebbe stata realizzata solo nell’Ottocento. Nel 1798, per le leggi di soppressione degli ordini monastici emanate dalla Repubblica Ligure napoleonica, i Teatini dovettero abbandonare il convento e la chiesa, che fu affidata al clero diocesano.
Nel 1821 fu finalmente realizzato il prospetto principale, in stile neoclassico, su disegno di Carlo Barabino. Prima di allora la facciata era rimasta grezza, poiché il progetto previsto all’epoca della ricostruzione non fu mai eseguito. Nel 1904 per scongiurarne il crollo fu decisa la demolizione dell’antico campanile romanico, che aveva evidenziato pericolose crepe. La chiesa subì gravi danni a causa dei bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale e fu restaurata negli anni immediatamente successivi. In particolare furono distrutte due cappelle della navata di sinistra e l’altare di Nostra Signora della Provvidenza.
Tra il 2007 e il 2008 sono stati eseguiti restauri delle decorazioni e degli affreschi delle cappelle e del presbiterio.

Descrizione

L’attuale prospetto principale della basilica, rimasto a lungo incompiuto, fu realizzato tra il 1819 e il 1821 in stile neoclassico, su progetto dell’architetto genovese Carlo Barabino. Ai lati del portale d’ingresso si vedono statue in stucco della Fede e della Speranza. Sotto al timpano si trovano dei bassorilievi raffiguranti vari episodi della vita di San Siro, ispirati all’agiografia tradizionale del santo.
L’interno della chiesa, suddiviso in tre navate da due file di archi sorretti da colonne binate, è ricco di opere d’arte. La decorazione, in stile barocco, è per la maggior parte opera della famiglia ticinese dei Carlone: in particolare gli affreschi della navata centrale, della cupola e del coro. Altri celebri artisti genovesi del Seicento (Gregorio De Ferrari, Domenico Fiasella e Domenico Piola) realizzarono gli affreschi nelle volte delle cappelle e delle navate laterali. L’altare maggiore, in marmo nero e bronzo (1670) , è opera di Pierre Puget, artista marsigliese attivo a Genova nella seconda metà del Seicento, al quale è attribuito anche il Crocifisso. Il prospetto della controfacciata è ornato da una grande statua di S. Pietro, lavoro di un discepolo dei Carlone. Nell’abside, il gruppo della Pietà è ispirato alla celebre statua michelangiolesca della Basilica di San Pietro.
Nella sagrestia, a cui si accede dalla navata sinistra, si trovano opere dei maggiori artisti genovesi del periodo barocco: in particolare, “L’Assunta” su ardesia di Andrea Semino, “Ultima Cena” di Orazio De Ferrari, “Riposo durante la fuga in Egitto” e “Estasi di S. Francesco” di Gregorio De Ferrari, “Cristo al Calvario” di Bernardo Castello, “Decollazione del Battista”, “Annunciazione” e “I Santi Gaetano ed Andrea Avellino” di Domenico Piola.
Lungo ciascuna delle navate laterali si trovano sei cappelle riccamente decorate e un pregevole corredo di opere d’arte; due di queste cappelle (dedicate a Nostra Signora della Provvidenza e a Sant’Antonio) chiudono sul fondo le due navate. Le cappelle laterali sono intitolate alle principali famiglie patrizie che contribuirono alla decorazione della chiesa e che ne ebbero il giuspatronato.
La chiesa di San Siro oggi è senza il campanile, che venne demolito nel 1904 per timore di un crollo, avendo evidenziato grosse crepe nella struttura. Alto 50 metri, era simile a quelli della vicina chiesa delle Vigne e della Commenda di Prè ed era stato innalzato nell’XI secolo, all’epoca della prima ricostruzione della chiesa. La decisione di demolire la quasi millenaria torre campanaria romanica fu presa sull’onda emotiva suscitata dal crollo del campanile di San Marco a Venezia, avvenuto il 14 luglio 1902, ma a differenza di questo non venne più ricostruito. Del campanile resta solo la parte più bassa, fino all’altezza del tetto della chiesa, non visibile perché affacciata su un cortile privato.
Il chiostro di S. Siro fu fatto edificare dai Padri Teatini nel 1575, in occasione del rifacimento della chiesa. In parte ridimensionato nel XVIII secolo per l’apertura della “Strada nuovissima” (l’odierna Via Cairoli), è oggi semi abbandonato e non visitabile. Al centro, dove un tempo si trovava il pozzo del convento, sorge una struttura circolare, sormontata da un tetto a pagoda sostenuto da una serie di colonne in ghisa, edificata nel 1907 ad uso di bagni pubblici e rimasta in funzione fino agli anni trenta del Novecento.

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