Basilica di San Marco

La basilica di San Marco faceva parte originariamente del grande complesso del convento di San Marco, in cui vissero ed operarono molti fra i più importanti rappresentanti della spiritualità e della cultura quattrocentesca: Cosimo il Vecchio, sant'Antonino, il Beato Angelico, Fra Bartolomeo e, soprattutto, fra Girolamo Savonarola. Dal 1869 l'ex-convento ospita il Museo Nazionale di San Marco. STORIA: Anticamente esisteva un Oratorio dedicato a San Giorgio poi annesso al convento. L'attuale convento sorse nel luogo dove fin dal XII secolo si trovava un monastero vallombrosano, passato poi ai Silvestrini che provenivano dalla chiesetta del contado di San Marco Vecchio, da cui la dedica all'evangelista. Nel 1418 questi ultimi furono costretti ad abbandonarlo e il convento fu affidato nel 1435 ai Domenicani osservanti. Nel 1437 Cosimo il Vecchio decise di avviare la ristrutturazione di tutto il complesso. La chiesa era infatti nell'area di maggior influenza della famiglia Medici che risiedeva nelle vicinanze. I lavori furono affidati a Michelozzo, mentre della decorazione parietale si occupò, fra il 1439 e il 1444, il Beato Angelico. La chiesa venne consacrata la notte dell'epifania del 1443 alla presenza di papa Eugenio IV. DESCRIZIONE: La facciata di San Marco, realizzata da fra' Giovan Battista Paladini, è in stile neoclassico e risale al 1777-78. Divisa su tre ordini, è scandita da paraste in tre fasce orizzontali con un unico portale sormontato da una finestra. Nelle fasce laterali è decorata da due nicchie con statue (in basso) e da nastri e festoni (in alto); il registro superiore presenta un bassorilievo decorativo e un timpano sormontato dalla croce in ferro. La torre campanaria fu realizzata nel 1512 su disegno di Baccio d'Agnolo. Internamente è ad unica navata e presenta numerose cappelle laterali, disegnate nell'ultimo quarto del Cinquecento dal Giambologna. Anticamente era coperta da affreschi trecenteschi, dei quali restano tracce ritrovate qua e là sotto gli intonaci. Questi resti suggeriscono un lungo arco di interventi pittorici, collocabili tra il 1380 e il 1420 circa. A Michelozzo competerono la riedificazione della sagrestia e dell'abside. Dal 1679 vennero realizzate la tribuna ed il soffitto intagliato. La controfacciata presenta i migliori resti di pitture trecentesche, tra i quali un grande Crocifisso e un'Annunciazione. Si può accedere all'abside dalla sagrestia, chiedendo il permesso. Creata da Michelozzo, vi si trovano due mostre di portali in pietra. La cupola venne innalzata entro il 1712 ed è decorata da affreschi. Sull'altare maggiore si trova il prezioso Crocifisso del Beato Angelico (1425-1428). La Cappella Serragli o del Sacramento si trova a sinistra del presbiterio e vi si accede da un portale barocco. Venne iniziata verso l'ultimo decennio del Cinquecento e dedicata all'esaltazione del mistero dell'eucarestia. La volta affrescata è distinta in tre zone. Nella prima vi sono raffigurate le personificazioni come figure femminili dei Doni dello Spirito Santo; nella seconda zona vi si trovano un Cristo in gloria e la Speranza; nella terza i Frutti della dolcezza della Comunione, quattro figure femminili attorno a un alveare dorato in stucco. La pala d'altare presenta la Comunione degli Apostoli. Completano la decorazione della cappella quattro tele alle pareti. A sinistra nella navata si accede alla Cappella Salviati o di Sant'Antonino, dove sono conservate le spoglie del santo e arcivescovo fiorentino. La cappella fu progettata alla fine del XVI secolo come ambiente a parte, dotato di un accesso privato dall'esterno e diversa dalla chiesa sia in pianta che in alzato. Venne iniziata dalla cripta, dove sono sepolti i membri della famiglia Salviati, presumibilmente nel 1580. La cappella superiore, con le spoglie del santo sotto l'altare, fu progettata dal Giambologna. I bassorilievi in bronzo raffigurano Episodi della vita di Sant'Antonino (1581-1587). Nel vestibolo della cappella due grandi affreschi decorano le pareti: la Traslazione e la Ricognizione del corpo di Sant'Antonino. Nella sagrestia, con arredi sacri dal Quattrocento al Seicento, si trova il primo sepolcro di Sant'Antonino Pierozzi, arcivescovo di Firenze dal 1446, con la figura del santo in bronzo. Il sarcofago in marmo nero è decorato dalla statua bronzea del santo, opera del Giambologna. Il prezioso parato di Sant'Antonino, qui collocato, fu realizzato su disegno di Alessandro Allori. (Fonte: Wikipedia)

I commenti sono chiusi.