San Giorgio Maggiore è una basilica sull'Isola di San Giorgio Maggiore aVenezia, parte dell'omonimo monastero. La chiesa, progettata da Andrea Palladio che realizzò anche il refettorio, si affaccia sul Bacino di San Marco. STORIA: La prima chiesa dedicata a San Giorgio sorse tra l’VIII e il IX secolo; nel982 l’isola venne donata dal doge Tribuno Memmo a un monacobenedettino, beato Giovanni Morosini, che vi fondò l’adiacente monastero (il monastero di San Giorgio Maggiore) di cui fu il primo abate. Per la costruzione del refettorio (1560-1563) del monastero prima e poi per il progetto della nuova chiesa fu chiamato l'architetto vicentino Andrea Palladio. Nel 1566 fu posta la prima pietra, mentre nel 1575 erano già stati innalzati i muri perimetrali e il tamburo della cupola. Quest'ultima fu completata nel 1576 e nel 1591 fu ultimato il coro. La facciata venne realizzata tra il 1597 e il 1610 da Vincenzo Scamozzi, 30 anni dopo la morte del maestro. L'attuale campanile (alto 75 m) fu progettato dall'architetto somasco Benedetto Buratti e risale al 1791. Costruito infatti nel1467 crollò nel 1774. A canna quadrata, con cella in pietra d'Istria e cuspide conica, offre un panorama unico su Venezia e sulla laguna. Tuttora i monaci benedettini officiano la chiesa. Di particolare suggestione la cerimonia che si tiene il 31 dicembre o il 1º gennaio con la messa in gregoriano e i monaci che indossano magnifici abiti d'epoca. DESCRIZIONE (ESTERNO) La facciata, ultimata successivamente da Vincenzo Scamozzi,[3] ha un unico accesso con ordine gigante di quattro colonne composite su alti plinti, sormontate da trabeazione reggente un classico timpano, come un tempio prostilo tetrastilo. Ciò si intreccia con un retrostante schema templare il cui frontone poggia su unarchitrave poco aggettante, retto da paraste. Ai lati del portale le statue di San Giorgio e di Santo Stefano, contitolare della chiesa. La soluzione adottata dal Palladio per questa facciata è simile a quella quasi contemporanea progettata per San Francesco della Vigna. È una soluzione fantasiosa ed è un contributo originale alla risoluzione di uno dei problemi più sentiti dagli architetti rinascimentali, cioè quello di trovare il modo di dotare di un prospetto ispirato al tempio classico un edificio tripartito come la chiesa cristiana a tre navate. Palladio mette assieme disinvoltamente due prospetti templari, uno per la navata centrale e uno minore spezzato per le due navate laterali. Tuttavia, a differenza del prospetto del Redentore, eseguito dallo stesso Palladio, per San Giorgio Maggiore la critica ha evidenziato un limite dovuto alla partizione di questa facciata: infatti, la mancanza di unità tra la parte centrale e quelle laterali è accentuata dall'alternarsi di una sequenza largo-stretto-largo-stretto-largo individuata dagli intercolumni che articolano il prospetto stesso. DESCRIZIONE (INTERNO) Come la facciata, anche la pianta rappresenta una soluzione originale, in quanto combina la pianta centrale di tradizione classica con la pianta cruciforme; in ciò si manifesta l’influenza che i dettami della controriforma iniziavano ad avere sull’orientamento rinascimentale nell’architettura delle chiese. La cupola divide infatti entrambi gli assi della chiesa in due parti uguali, con l’asse longitudinale più lungo del transetto (absidato). Le navate laterali e l’ampio coro ligneo finemente intarsiato absidato (posto a prolungamento del presbiterio) si addizionano a questa pianta, che si apprezza al meglio da sotto la cupola. Molti dipinti di grande interesse sono conservati nella basilica. I più importanti sono: Madonna in trono e Santi di Sebastiano Ricci; l’Ultima Cena e Raccolta della manna di Jacopo Tintoretto (nel presbiterio); altre tele di Palma il Giovane,Domenico Tintoretto, Jacopo Bassano. Degni di nota anche gli stalli del coro, con bassorilievi di Albert Van der Brulle. Sull'altare maggiore troneggia un grande bronzo da Gerolamo Campagna[5]disegnato da Antonio Vassilacchi detto l'Aliense che rappresenta i Quattro Evangelisti che sostengono il mondo e Dio. (Fonte Wikipedia)
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