L’abbazia di Santa Maria di Corazzo è un’abbazia fondata dai benedettini nell’XI secolo in prossimità del fiume Corace, in località Castagna, una frazione di Carlopoli. Fu ricostruita dai cistercensi nel 1157, danneggiata una prima volta dal terremoto del 1638 e ancora dopo dal disastroso terremoto del 1783. Dopo questa data il monastero venne progressivamente abbandonato e spogliato delle opere artistiche che conteneva. La storia di Santa Maria di Corazzo si incrocia con quella di Gioacchino da Fiore, che qui vestì l’abito monacale, divenendone subito dopo abate. Proprio qui a Corazzo Gioacchino da Fiore scrisse le sue opere principali. Nonostante fosse l’abate del monastero, stava per lunghi periodi lontano da esso a causa del suo impegno a scrivere testi di teologia, fin tanto che nel 1188 fu sollevato dal Papa dal guidare l’abbazia. L’abate si staccò, quindi, definitivamente da Corazzo trasferendosi prima in un porto di quiete chiamato Pietralata, per poi ascendere in Sila nella primavera del 1189 dove fondò a San Giovanni in Fiore una nuova congregazione religiosa detta Florense, approvata da Celestino III nel 1196. Dopo le distruzioni subite nel terremoto del 1783, il vescovo di Martirano dichiarava che nel monastero risiedevano 17 persone. Nel 1808 l’abbazia fu soppressa da un decreto del governo di Giuseppe Bonaparte. Iniziò allora la spartizione dei suoi beni.
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