Anfiteatro romano di Cagliari

L'Anfiteatro romano di Cagliari venne edificato tra il I e il II secolo d.C., quando la Sardegna era sottoposta alla dominazione romana. A seguito della diffusione del cristianesimo nei territori dell'Impero romano, le lotte gladiatorie divennero sempre più impopolari tant'è che nel 438 d.C. l'imperatore Valentiniano III le proibì per legge. L'anfiteatro cadde così in disuso e fino al medioevo venne utilizzato come cava dai vari conquistatori (bizantini, pisani, aragonesi ecc.) che necessitavano di materiali a buon mercato per la costruzione di nuove fortificazioni. La zona venne acquisita dal comune di Cagliari nel diciannovesimo secolo. L'anfiteatro è per metà scavato nella roccia mentre la parte restante era in calcare bianco, e la facciata sud doveva superare i 20 metri. Ospitava combattimenti tra animali, tra gladiatori e tra combattenti specializzati che venivano reclutati anche fuori dalla Sardegna. In egual misura venivano eseguite le pene capitali davanti alla folla esultante. Poteva contenere 10.000 spettatori circa. Oggi l'anfiteatro è ricoperto da una struttura in ferro e legno che permette di ospitare spettacoli e concerti durante la stagione estiva. Gli ambientalisti e la sovrintendenza archeologica hanno spesso criticato questa struttura, che ha causato già durante la sua edificazione numerosi danni al monumento e che sta causando, per via della poca circolazione d'aria sotto le tribune, la formazione di muffe che stanno lentamente corrodendo la pietra. Dal 2011 la nuova giunta comunale ha iniziato il graduale procedimento di rimozione delle strutture con l'obiettivo di riportare l'anfiteatro alla sua originaria funzione di sito archeologico. (Fonte: Wikipedia)

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